lunedì 17 luglio 2017

Intervista a SAR Amedeo di Savoia Aosta

di Alberto Franceschi


 Il 12 giugno scorso ebbi modo di incontrare SAR il Duca Amedeo di Savoia-Aosta presso la propria residenza in Toscana di Castiglion Fibocchi il quale molto cortesemente mi concesse un’intervista. Il mio desiderio di conoscere di persona Amedeo di Savoia Aosta nacque dopo aver letto il libro di Danila Satta “Cifra Reale” una biografia del Duca Amedeo appartenente ad una delle casate più importanti e protagonista di molte vicissitudini. Iniziamo subito con alcune domande.

Tra i vari avi della Vostra famiglia, si possono annoverare moltissimi comandanti militari equamente distribuiti nella marina, esercito ed aviazione. Mi vengono in mente ad esempio Amedeo d’Aosta, l’eroe dell’Amba Alagi o Emanuele Filiberto d’Aosta, il Duca Invitto. Meno conosciuto è il fatto che la Vostra famiglia vanta anche alcuni sovrani come Amedeo I, Re di Spagna dal 1871 al 1873 e Vostro Padre Aimone che è stato re titolare di Croazia dal 1941 al 1943. Potreste raccontare qualche aneddoto?

Mio padre, ubbidì all’ordine impartito da Re Vittorio Emanuele III ed accettò di essere nominato ufficialmente Re titolare di Croazia con tanto di rappresentanti plenipotenziari croati giunti a Roma nel 1941. Nel primo giorno di regno mio padre passò in rassegna un drappello di militari, seguito poi da un ricevimento al Quirinale. Con il susseguirsi delle vicende disastrose della guerra, la cosa poi sfumò piano piano e di questo mio padre ne fu molto felice perché non avrebbe voluto andare in Croazia. Lui amava la marina e visse per la marina. Infatti egli combattè fino all’ultimo giorno contro gli inglesi e assieme a loro dopo l’8 settembre 1943.

Altezza, se non sbaglio, siete imparentato con moltissime casate reali, ci può raccontare brevemente?

Mia madre, Irene, era figlia del re di Grecia quindi siamo cugini con Sofia di Grecia, moglie di Juan Carlos Re di Spagna e anche con lo stesso Re Juan Carlos siamo secondi cugini in quanto le nostre nonne erano sorelle. Sono primo cugino di Re Michele di Romania e secondo cugino del Principe Carlo d’Inghilterra. Ma qui ci inoltriamo in un dedalo di parentele..che è meglio fermarsi qui.

Conoscete Felipe VI attuale Re di Spagna? Che opinione avete di lui?

Si ci vediamo, ma mai abbastanza spesso come vorremmo. Queste occasioni di incontro oltre ad essere piacevoli, sono molto utili soprattutto perchè vivendo entrambi in Paesi diversi ci possiamo scambiare opinioni e consigli vicendevoli. Penso che Felipe sia molto in gamba, d’altronde è stato educato per fare il Re e poi ha davvero una bellissima famiglia. Penso che la monarchia in Spagna potrà avere ancora molto futuro anche perché rappresenta un elemento di grande stabilità e di unità nazionale.

La principessa Mafalda di Savoia è stata deportata in campo di concentramento nazista dove trovò la morte ma non tutti sanno che anche Voi e Vostra madre, dal 1943 al 1945, siete stati ugualmente deportati in un lager nazista. Cosa potete raccontare di tale vicenda?

Si confermo, siamo stati deportati su ordine diretto del capo delle SS, Heinrich Himmler e condannati a morte senza data. Fortunatamente non ho alcun ricordo, ero troppo piccolo. Mia madre è riuscita a fare in modo che non mi accorgessi di nulla e di questo le sarò sempre grato. Proprio quest’anno vorrei tornare a Hirschegg, la località austriaca dove siamo stati deportati. La cosa curiosa è che oggi, al posto del casermone dove eravamo detenuti, vi è un hotel con spa.

I nazisti deportarono la principessa Mafalda di Savoia, Voi e Vostra madre solo per il motivo per cui vi chiamavate Savoia e quindi considerati “traditori” dopo l’8 settembre 1943. Ritiene che Vittorio Emanuele III e il principe Umberto sarebbero dovuti rimanere a Roma nel settembre ’43 andando certamente incontro alla deportazione e probabilmente morte certa?

Sicuramente era nei piani dei tedeschi arrivare prima possibile a Roma per catturare il Re e la famiglia Reale per deportarla in Germania per creare così uno Stato acefalo ben più gestibile. Ritengo che fosse stato dovere del Re e del Principe ereditario mettersi in salvo proprio per dare continuità necessaria allo Stato in quel momento così drammatico per il nostro Paese. Non fu un atto di codardia lasciare Roma ma un’azione ben ponderata, seppur sofferta. Ricordiamoci che era lo stesso Re, Vittorio Emanuele III, che nel 15-18 rischiava la vita in trincea mangiando il rancio con i soldati ed osservando il nemico in prima linea. Avrà avuto tanti difetti ma certamente non gli mancava il coraggio.

Quale fu il Vostro rapporto con SM Re Umberto II? Andavate spesso a trovarlo a Cascais?

Andavo a fargli visita circa 4-5 volte l’anno e mi ospitava per circa una settimana. Si stava a parlare per delle ore. Mi diceva che ero come un giornalista perché lo bombardavo di domande. Ogni tanto si commuoveva ma era felice di raccontarmi le sue vicende perché diceva che gli serviva anche a lui per ripassare e che io dovevo apprendere la storia. Era una persona buona e non meritò una fine così.

Le salme di Vittorio Emanuele III, della regina Elena, di Re Umberto II e della regina Maria Josè risultano sepolte ancora all’estero mentre negli ultimi 20 anni le salme di molti ex sovrani europei sono rientrate nei loro rispettivi Paesi e quasi tutte con gli onori di Stato. Pensa che sia meglio lasciare i resti mortali lì dove sono o ritiene che debbano essere rimpatriati al più presto?

La mia idea è sempre stata chiara. La Repubblica ha paura dei morti. Si parla tanto di pacificazione nazionale ma di questo argomento non se ne vuole parlare. Ritengo che oggi sia urgente più che mai il rimpatrio della salma soprattutto di Re Vittorio Emanuele III in quanto la salma in Egitto non è più sicura dato l’affermarsi sempre più forte degli estremismi islamici. Certo non vedo cosa osti riportarli in Patria, è un atto dovuto. Dopo di tutto sono stati Capi di Stato della nostra nazione e volenti o nolenti fanno parte della nostra storia patria.

Altezza, per diventare ufficiale di Marina avete dovuto giurare fedeltà alla Repubblica e se non sbaglio siete andato a Cascais a chiedere la dispensa a Re Umberto II. Consigliereste questa esperienza militare ai giovani italiani?

In quanto figlio unico di madre vedova ero esentato dal fare il militare ma richiesi io l’autorizzazione per poterlo fare e per questo motivo andai a chiedere la dispensa al Re per giurare. Egli mi disse “ma vai di corsa, giura” perché sosteneva che si giura all’Italia a prescindere che sia repubblica o monarchia”. Il servizio militare è un ottimo modo per educare la popolazione o finire di educarla, ed è un’esperienza molto importante.

Quindi Voi siete d’accordo nel ripristinare la leva militare obbligatoria?

Trovo che la leva così come era organizzata andava abolita e lo dico da militare. I soldati stavano in caserma e non facevano alcuna esercitazione particolare tranne alcuni reparti degli alpini e della marina che erano più operativi e difatti chi ha sofferto di più dell’abolizione della leva è stato proprio il Corpo degli Alpini. Certo si potrebbe modificare la leva di una volta sul modello della Svizzera dove i cittadini vengono richiamati circa 15 giorni l’anno o istituire un servizio civile obbligatorio per essere utili al Paese con una forza lavoro meno onerosa. Certo andrebbe studiato perché sarebbe una cosa nuova ma interessante da vedere.

Una delle passioni a Voi più care, se non sbaglio, è la botanica in particolare delle piante succulente. Com’è nata questa Vostra passione? Forse dall’amore per le piante che aveva anche Vostra madre?

La mia passione è nata da una ventina d’anni e ancora prima per i giardini perché mia madre aveva costruito un bellissimo giardino a San Domenico di Fiesole dove abbiamo abitato per una trentina di anni. Lei che era nata in un palazzo reale, quello di Atene, che era praticamente un palazzo in mezzo ad un giardino botanico considerato che il clima greco favorisce la crescita di piante di tipo tropicale. Anche il Quirinale ha un bellissimo giardino, tant’è che non so se sia più bello il palazzo o il giardino a seconda della passione che uno ha. Questo aspetto è comune nelle famiglie nobiliari tant’è che si diceva: giardini botanici e serragli ovvero le passioni dei reali. Ad esempio Ranieri di Monaco aveva uno zoo, o perfino su a Stoccolma o ad Oslo c’è la passione per i giardini botanici anche se ovviamente le piante son ben diverse considerato il clima più rigido. In ogni caso io non ho una grande cultura di botanica, d’altronde sono un ufficiale di Marina ma diciamo che ho una cultura da “gondoliere” cioè a forza di passare tra le stesse piante oramai le conosco così bene come i gondolieri con i palazzi veneziani.

Oltre alla botanica, siete un grande appassionato di auto. Siete stato protagonista e capo-spedizione nel 1970 di uno dei raid più spettacolari e leggendari di tutti i tempi: il famoso “raid dei due capi” o “raid dei tre continenti”. Eravate riuscito, nel giro di un mese e mezzo, a portare 3 Fiat 124 da Città del Capo a Capo Nord. Non contento dopo 2 anni, nel 1972 per saggiare la nuova berlina della Lancia Beta, effettuerete in pieno inverno un raid da Capo Spartivento (Reggio Calabria) a Capo Nord, rispettivamente il punto più meridionale e quello più settentrionale dell’Europa. Ma se il punto di arrivo, raggiunto con le Fiat 124 era d’estate (il raid infatti terminò in agosto) quello da raggiungere con le Lancia Beta, era completamente “artico”, con temperature che sfioravano i 40 gradi sottozero e nemici implacabili come il ghiaccio e la neve. Siete ancor’oggi appassionato di auto e quale marca e modello oggi più Vi appassionano?

Io e mia moglie siamo reduci da un safari di 500 km di attraversata del deserto del Sudan con una Land Rover percorsi in due settimane. Eravamo da soli ma avevamo tutto, benzina, tende, pezzi di ricambio e siamo arrivati fino in Uganda. Fino a qualche anno fa andavamo spesso in Tunisia ma ora la situazione ahimè non lo permette tanto.

Come i Vostri antenati, anche Voi siete un uomo sportivo aperto a tutte le discipline. Ecco che Vi appassiona il volo, la nautica e le spedizioni artiche come quella svolta nel 2001 per commemorare il centenario di quella fatta dal Duca degli Abruzzi, Luigi Amedeo Vostro pro-zio? Che emozioni e sensazioni avete avuto ripercorrendo le sue tracce?

Fu un’esperienza molto interessante ripercorrere gli stessi luoghi vivendo la stessa situazione come meteorologia, clima e difficoltà legate a questa latitudine. Noi avevamo un equipaggiamento molto attrezzato e non abbiamo mai sofferto il freddo poichè avevamo doppi guanti, doppie scarpe, berretti particolari, degli occhialoni per poter proteggere gli occhi, ma mi meraviglio di come tutto questo lo avessero potuto fare, nel 1899-1900, gli uomini del Duca degli Abruzzi e lui per primo con delle semplici giacche a vento ed un maglione. Questo non l’ho mai capito ma certamente penso che le generazioni passate fossero molto più robuste di noi, molto più forti verso le malattie, verso le intemperie, etc..

Altezza, un argomento a Voi caro è la questione del non riferimento a Dio nella nostra Costituzione repubblicana del ‘48. Potreste spiegare questo aspetto?

Coloro che volevano abbattere la monarchia nel ’46, in un certo modo volevano “bastonare” anche la religione in un modo bolscevico. Con la nuova Costituzione del ’48, malgrado vigesse ancora la religione di Stato, si è voluto laicizzare tutto in una maniera molto estremistica e traumatica. Le faccio un esempio: prendiamo un biglietto da un dollaro, sopra c’è scritto “In God we trust”. In Italia la parola Dio nella nostra Costituzione non c’è. Parlando con alcuni giuristi, figli dei cosiddetti padri costituenti, mi hanno giustificato questo fatto sostenendo che ogni riferimento alla religione fu eliminato appositamente in considerazione del rispetto della laicità dello Stato poiché, a loro avviso, al tempo la religione si intrometteva troppo nella vita sociale del Paese e ciò non era più accettabile. A prescindere che non sono d’accordo su questo perché a mio avviso la Chiesa cattolica non fa alcuna ingerenza semmai si limita a dare delle raccomandazioni o delle linee guida ai suoi fedeli. Pertanto se uno non è credente o appartiene ad un’altra religione non vi è alcuna vincolo di obbedienza. Ma in ogni caso guardiamo gli Stati Uniti, cosa dice alla fine del giuramento il presidente della Corte Costituzionale? Dice “God bless America” a prescindere dalla fede religiosa alla quale egli appartiene. Può essere cristiano, mussulmano o ebreo ma comunque pronuncia la parola “God”. E’ importante anche la forma, le istituzioni sono costituite da noi uomini ma godono di una sacralità che deve essere custodita da un’entità superiore ossia da Dio. Noi in Italia non sentiremo mai pronunciare il nostro Presidente della Repubblica dire “Dio benedica l’Italia”. Perché dovremo amare una Costituzione così fiacca?

Che progetto/i avete per il prossimo futuro?

Sto coronando un sogno. Non ho conosciuto mio padre ma era una persona straordinaria anche se era offuscato da suo fratello che era una persona ancora più straordinaria. Sapevo che mio padre aveva preso dei contatti costruttivi e molto importanti con gli Alleati nel ’43. Era riuscito ad andare in Svizzera nel bel mezzo della guerra forse scortato da qualche ambasciatore e riuscì a parlare con gli inglesi. Noi Savoia Aosta siamo sempre stati anglofoni, abbiamo sempre tutti studiato in Inghilterra ed anch’io parlo l’inglese come se fosse l’italiano. Sono inglese anche nella mentalità e nella postura non solo nella lingua. Fino ad ora non avevo le prove di questi contatti di mio padre con gli Alleati e spesso mi chiedevano di produrre dei documenti per dimostrare ciò. Finalmente entro quest’anno 2017 entrerò in possesso di questi carteggi che comproveranno i rapporti, addirittura già dal ’42, egli ebbe con gli inglesi su ordine diretto di Re Vittorio Emanuele III. Come vede un po’ alla volta viene fuori la verità sul fatto che Casa Savoia desiderasse cessare le ostilità prima possibile cercando appoggi diplomatici stranieri con massima segretezza per giungere ad un’intesa che ahimè tardò molto. Vedremo se da questi documenti ne verrà fuori un altro libro.
da: www.gothanews.it

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