giovedì 18 febbraio 2016

Messa Solenne per la Beata Maria Cristina a Palermo

di Antonino Sala

I Cavalieri e le dame del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio della Sicilia occidentale insieme all Istituto Nazionale per le Guardie d Onore alla Reali Tombe del Pantheon, in occasione della ricorrenza del secondo anniversario della Beatificazione di Sua Maestà Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie, hanno organizzato una Santa Messa, celebrata da Don Pietro Scaduto, sabato 30 Gennaio nella Chiesa di Santa Maria La Nova di Palermo. Ha aderito La Real Compagnia della Beata Maria Cristina Regina delle Due Sicilie .
Alla funzione organizzata, grazie all impegno del Delegato dell Ordine costantiniano, Cav. Salvatore Bordonali e del Delegato provinciale delle Guardie d Onore, Cav. Francesco D Appolito, ha partecipato un folto numero di cavalieri. Il nostro delegato per la Sicilia Occidentale all inizio della funzione religiosa ha ricordando due momenti storici importanti: l editto di Costantino, emblematico della tolleranza in materia di religione, valore più che mai attuale, e le Crociate come momento di riconquista dei luoghi santi, grazie allo sforzo della cavalleria cristiana composta da persone di varia estrazione ma animate dalla carità cristiana, così da assurgere a simbolo di aiuto per i deboli, le donne, gli anziani e i bisognosi; un attività che ben si accorda con la lettura del giorno sulla Carità, come ha sottolineato Don Pietro Scaduto.
Il Delegato ha poi letto il messaggio del Presidente della Real Commissione per l Italia il Duca Don Diego De Vargas Machuca e, a seguire, il Cav. Franco D Appolito, ha letto un messaggio inviato per ricorrenza da S. A. R. Amedeo di Savoia. Durante la celebrazione è stato ricordato anche il prof. Vito Sala, padre del nostro Cavaliere Antonino, recentemente scomparso.
Al termine della Santa Messa il Cav. prof. Tommaso Romano, coautore insieme al confratello Antonino Sala del libro La Beata Maria Cristina di Savoia Regina delle Due Sicilie (1812-1836), ha illustrato il carisma e la figura della Beata Maria Cristina, esempio virtuoso di Regalità e Santità.


Don Carlos Re di Napoli, Re di Spagna


martedì 9 febbraio 2016

Casa Savoia alle origini di Fatima


La storia delle apparizioni mariane del 1917 a Fatima, in Portogallo, è nota a tutti. Molto meno noto, direi sconosciuto, il fatto che il nome di quella località sia strettamente legato alla storia della nostra reale Casa di Savoia. Ecco le poche righe trovate in Wikipedia:
<<Il luogo prendeva nome da una chiesa fatta costruire da Mafalda di Savoia (1125-1157), sposa del primo re lusitano dom Alfonso Henriques (1128-1185). A questa regina si doveva la conversione della giovane Fatima, fatta prigioniera dai cavalieri cristiani che combattevano l'islam in Portogallo. Mafalda volle essere sepolta accanto a lei.
Da allora la storia dei Savoia si intreccia a quella del Portogallo. Il 16 ottobre 1454, la beata Filippina de' Storgi, una monaca in punto di morte, predisse alle consorelle che la Madonna sarebbe apparsa a Fatima in Portogallo, e altri avvenimenti della Casata. Apparteneva alla stessa famiglia di Mafalda, fondatrice della chiesa di Fatima, anche Margherita di Savoia, la prima badessa del convento di Alba.
Filippina de' Storgi era la figlia di Filippo II di Savoia-Acaia e ignorava che il padre, fatto annegare il 20 dicembre 1368 nel lago di Avigliana, era invece scampato alla morte e si era recato pellegrino a Fatima, e in altri santuari di Francia.
Nel 1917 tre giovani pastori riferirono di aver visto apparire la figura di una donna vestita di bianco con in mano un rosario, che identificarono con la Madonna, 5 volte dal 13 maggio fino al 13 ottobre in un luogo chiamato Cova da Iria.
Fatima è stata elevata al rango di città il 12 luglio 1997>>.
Riassumo:
1) una Regina di Casa Savoia ha convertito al cristianesimo una ragazza musulmana di nome Fatima. Forse entrambe sepolte nella chiesa che diede il nome a quella località.
2) Dal 1454 - cioè 453 anni prima - si sapeva che un'altra Regina, sposa e madre di Dio, avrebbe visitato quel luogo.
3) Tra gli "altri avvenimenti della Casata" venne per caso predetto anche l'esilio di re Umberto II che, con Fatima, condivise la solitudine di quei luoghi lusitani?
4) Se una Regina umana convertì una ragazza musulmana, dobbiamo attendere da una Regina celeste la conversione al cristianesimo del mondo islamico?
5) Esiste il precedente della Russia che la Vergine Santa invitò alla conversione affinchè non spandesse le sue false ideologie in tutto il mondo.
6) "Alla fine il mio cuore immacolato trionferà" disse la Madre del Figlio di Dio ai tre pastorelli di Fatima. Il Cielo non fa, come noi, le cose a metà.
7) Perchè il "piano" si realizzi al più presto, siamo tutti invitati a collaborare con la recita quotidiana del santo rosario. E' l'arma dei nuovi "cavalieri cristiani" che intendono combattere tutte le eresie e le "strutture di male" presenti nella società odierna. (s.t.)

martedì 2 febbraio 2016

Micol e Pierfranco Bruni, "Cinque Fratelli" (Ed. Pellegrini)

Quando la testimonianza diventa nobiltà.  Dal mondo borbonico e nobiltà rinascimentale alla religiosità dei Bruni Gaudinieri nel racconto affascinante di Micol e Pierfranco Bruni che ricostruiscono una storia - destino
Una storia del Sud nella nobiltà del Regno di Napoli. È la storia di una famiglia borghese, nobile e militare da fine Ottocento ai giorni nostri. È un raccontare uno spaccato del Regno di Napoli attraverso la tradizione della famiglia Gaudinieri-Bruni, una famiglia stemmata, che ha segnato un percorso, in quella civiltà aristocratica e nobiliare, che ha visto come riferimento alcuni centri del Sud Italia e in particolare: San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Cosenza, Terranova da Sibari, Acri oltre che Cagliari.
A scrivere Cinque fratelli. I Bruni-Gaudinieri nel vissuto di una nobiltà sono stati Micol e Pierfranco Bruni, i quali hanno tracciato un viaggio narrativo, completamente documentato da ricerche d’archivio, da un apparato storiografico e correlato da materiale fotografico appartenente alla famiglia Bruni. Il libro ha la collaborazione del Sindacato Libero Scrittori Italiani.
Del libro è stato realizzato un interessante Video curato da Anna Montella visibile cliccando qui.
Micol e Pierfranco Bruni hanno ricostruitola storia di una famiglia attraversandola con un linguaggio narrativo. I cinque fratelli sono Adolfo (commerciante), Mariano (matematico e intellettuale), Virgilio Italo (commerciante e possidente terriero), Luigi (segretario comunale) e Pietro (geometra ed esperto di fotografia d’arte).
Si parte però dalla famiglia d’origine, ovvero da Francesco Ermete (Alfredo) Bruni di San Lorenzo del Vallo e da Giulia Gaudinieri di Spezzano Albanese.
Il commercio e la nobiltà incontrano due famiglie che sono possidenti agrarie. È il mondo delle professioni che apre prospettive sia culturali che tecnico-amministrative.
La nobiltà militare è stata testimoniata dal colonnello Agostino Gaudinieri, più volte decorato nella Grande Guerra, che è parte integrante tra le pagine del libro.
Si parla di una famiglia, quella dei Gaudinieri-Bruni, ma si propone uno scavo meticoloso e speculare e una interpretazione nell’evoluzione delle risorse, delle economie e delle nuove forme aristocratiche nella Calabria del Nord e del Regno di Napoli.

Il libro si chiude con uno studio che lega la famiglia al culto paolano, documentato, grazie alla attestazione della Platea Gaudinieri dalla quale si evince il segno tangibile della comunanza tra l’Ordine dei Minimi e i Gaudinieri in una profonda visione cristiana.